Silvia Privitera, fisioterapista

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Quanto ritieni sia importante un buon approccio fisioterapico nello sport?

Oggi, gli atleti sono molto preparati su quello che è la risposta del proprio corpo a stimoli esterni.
Sono loro stessi che cercano il supporto del fisioterapista durante il periodo di preparazione atletica, per il sostegno durante le giornate di competizione sportiva e per un recupero funzionale più veloce nella fase successiva.
La consapevolezza di ciò che sono le prestazioni personali in termini di energia, forza, elasticità, velocità e sicurezza nell’eseguire il movimento durante la partita o la competizione sportiva, rende l’atleta sempre più esigente ed attento.

Qual è la tua esperienza professionale?

In quasi 19 anni di esperienza in ambito sportivo, sia professionistico sia dilettantistico, ho avuto modo di osservare come l’approccio alle terapie e la conoscenza delle differenti tecniche riabilitative e fisioterapiche siano cambiate nel corso del tempo, ed evolute con le esigenze degli sportivi.
In tal senso il mio approccio all’atleta è a 360°.La valutazione fisioterapica tiene conto di diversi aspetti fondamentali. Occorre considerare l’aspetto funzionale, quindi quello muscolo-scheletrico. È importante porre attenzione sull’alimentazione che l’atleta è disposto a seguire nelle fasi pre/durante/post gara. E, inoltre, l’aspetto più prettamente comunicativo. È importante condividere un obiettivo con l’atleta, e questo deve restare sempre ben presente in ogni fase della riabilitazione. Quindi, si valuteranno le fasi successive per raggiungere obiettivo diversi e più alti.

L’aspetto alimentare nello sport è quindi molto importante?

Ritengo fondamentale un corretto e individuale approccio alimentare. Va personalizzato per ogni atleta in base alle diverse discipline, al periodo di preparazione, e anche alle proprie preferenze alimentari, poiché sono importanti da un punto di vista di gratificazione personale. Una dieta alimentare non deve mai rappresentare una rinuncia e/o un sacrificio.
L’alimentazione è la ‘benzina’ energetica che ogni atleta introduce nel proprio corpo per raggiungere un risultato ottimale. Spesso, la cattiva resa, le scarse prestazioni e la stanchezza, anche in sede riabilitativa, derivano da una inadeguata alimentazione.

Che consigli vuoi dare ad uno sportivo?

Riassumerei in quattro punti principali:
a) effettuare periodicamente valutazioni fisioterapiche affidandosi a un professionista di fiducia, con cui instaurare un rapporto di piena cooperazione e collaborazione. Conoscere bene un atleta, permette di ridurre drasticamente i tempi per le valutazione successive e mira ad una più veloce e tempestiva risoluzione di ogni problematica insorta.
b) Effettuare, su indicazione del proprio fisioterapista, sedute di recupero dall’attività funzionale guidata, dall’idrokinesiterapia al Taping al massaggio.
c) Portare a conoscenza del fisioterapista gli eventuali cambiamenti effettuati, anche se possono sembrare non rilevanti, sulle problematiche stomatologiche, come quelle quelle plantari.
d) Fare presente, ad ogni seduta, quali siano le condizioni di idratazione, nutrizione, stanchezza fisica ed energia del paziente. Se non considerati, questi sono tutti elementi che possono influire negativamente sull’approccio riabilitativo.

Sito internet: La Fisio

Categoria: Interviste
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