Come hai cominciato ad appassionarti alla boxe?
Da piccino ero molto vivace e avvertivo l’esigenza di sfogare questa mia energia in uno sport da combattimento. Una volta trasferito a Firenze (Bundu è nato da madre fiorentina e padre sierraleonese n.d.r.), proprio vicino a dove vivevo c’era una palestra di boxe e mi sembrava un’ottima occasione per socializzare; qui sono entrato a 16 anni e non ne sono più uscito.
Quanto ti sei allenato per diventare campione?
Tanto, a volte penso troppo; il rapporto con lo sport è di odio e amore, perché ogni sport a livello agonistico richiede moltissimi sacrifici. Sin da quando ero dilettante ho iniziato e sacrificare la mia vita per entrare nel professionismo. Penso di aver trascorso metà della mia vita in palestra.
Per diventare un campione, serve un’alimentazione controllata. Tu cosa fai?
La parte nutrizionale è molto importante, soprattutto per soggetti come me che tendono a ingrassare. Non essendo molto alto, devo stare sempre attento al mio peso per poter rientrare nella mia categoria; quindi conduco una lotta costante con la bilancia. Proprio per questo motivo ho voluto approfondire la mia conoscenza dell’alimentazione. A ridosso di una gara incremento l’apporto di proteine con la dieta, mentre nei periodi di allenamento normale ho un’alimentazione bilanciata e molto varia. Subito dopo il combattimento, poi, sfogo con il cibo e mi concedo qualche strappo alla regola, ma dopo un po’ rientro in riga. Dato che mi piace cucinare, anche quando sono a dieta preparo molto volentieri i pasti per gli altri: è una cosa che mi dà molta soddisfazione.
E cosa consigli ai giovani?
Quando ho iniziato, ero un ragazzo insicuro, ma la palestra mi ha aiutato molto; il pugilato per me è stata una scuola di vita, perché lo sport ti dà molte soddisfazioni, per questo consiglio ai giovani di dedicarsi a uno sport, perché ti dà una disciplina che ti aiuta molto nella vita. Inoltre, aiuta a incrementare il senso di appartenenza: il tuo maestro diventa un padre che ti segue dentro e fuori dal ring.Rispetto all’alimentazione, consiglio ai ragazzi di non eccedere con il cibo spazzatura che fa molto male. Lo sport e l’alimentazione vanno a braccetto: se mangi bene ti senti più energico e rendi di più; ogni tanto va bene concedersi qualche strappo, ma i cibi molto raffinati sono la causa di tante malattie. Quindi per stare bene basta mangiare cibo sano e buono e fare sport.
Cosa c’è di fiorentino nel tuo “modo di vivere lo sport”?
Grazie allo sport, ho sentito molto l’accoglienza di Firenze; lo sport è per me un mezzo per dimostrare che in me e nella mia gente c’è del buono. Lo sport è per me un modo per ripagare con i miei risultati l’affetto dei fiorentini; quando sono a Firenze mi sento a casa.