Filippo Tomasi una vita dedicata alla fotografia applicata al gesto tecnico. Immortalare con il suo obbiettivo le atlete e in modo particolare le ragazze della Federazione Ginnastica Italiana lo porta in giro per il mondo tra palazzetti, chili di magnesia e volteggi spettacolari da congelare in uno scatto con la precisione di un fotografo professionista e la poesia di un artista.
Quanto bisogna conoscere lo sport per poterlo fotografare al meglio?
Tanto. Chiaramente si può fotografare anche senza saperne niente. Quello che si riesce a trasmettere conoscendo lo sport, conoscendo le tempistiche, le caratteristiche intrinseche nei movimenti, nelle azioni di gioco è di sicuro diverso e certamente più interessante.
Qual è lo sport che più di tutti ti piace fotografare?
Amo principalmente due sport nella mia vita: pallavolo e ginnastica. La pallavolo perché è stata e rimarrà sempre l’amore della mia vita, e nelle palestre ho passato tanti anni. La ginnastica è un interesse diverso. Da qualche anno lavoro per la Federazione Ginnastica Italiana e ho conosciuto tutti i migliori atleti e le migliori atlete. Mi sento ‘dentro’ a questo sport, seguo personalmente alcuni progetti che riguardano le future campionesse. Dal punto di vista fotografico la ginnastica con i suoi 6 attrezzi nella maschile e i 4 nella femminile ti regala momenti unici, diversi, irripetibili ogni secondo di esercizio e la amo proprio per questo.
Nel corso della tua carriera, c’è stato uno sportivo in particolare che ti è rimasto nel cuore?
Uno sportivo particolare forse no. Sono attratto di più dal gesto tecnico, dal sacrificio, dal Come si è un atleta, rispetto al Chi si è. E da questo punto di vista ne ho incontrati tanti.
Qual è stato l’evento sportivo più emozionante che hai seguito?
Non ho mai partecipato alle Olimpiadi come fotografo (almeno per ora), ma penso che l’atmosfera dei cinque cerchi sia uno spettacolo memorabile di per sé. Ricordo con affetto un Galà di atletica leggera quando giovanissimo (anni ’80) portai a casa delle foto di Mennea. Ma anche i Mondiali di ginnastica artistica dove ho fotografato la pluricampionessa stelle e strisce Simone Biles me li ricordo bene!
Rispetto al fotografo tradizionale quali sono gli attributi che un fotoreporter sportivo deve avere?
Ormai la fotografia è in mano a tutti noi. Mai il nostro mondo ha visto (nel vero senso della parola) così tante immagini. L’avvento del web, del digitale, degli smartphone ha permesso a tutti noi di fermare il tempo attraverso un ‘click’. Ma tra scattare e fotografare ci sono ancora dei piccoli step che occorre percorrere, regole, esperienze che fanno capire, crescere, imparare. Come per la fotografia applicata alla Natura servono alcune specifiche doti, anche la fotografia sportiva non è alla portata di tutti. E non basta avere la macchina e l’obiettivo top di gamma per portare a casa i risultati ‘giusti’. Esistono delle regole: la foto ‘giusta’ non è una foto qualsiasi anche se in molti forse non ci fanno caso, travolti dalle migliaia di foto “non giuste” che vengono scattate da tutti.
Fare il fotografo di sport, in qualche caso, necessità di vere e proprie abilità sportive. Ti è mai successo di doverti immedesimare nel ruolo dello sportivo, tanto da dover fare una preparazione atletica specifica e, se sì, esiste una ‘dieta del fotografo dello sport’?
Vista la mia corporatura direi che in materia di diete sono l’ultimo della classe! E’ vero però che il mio non è un lavoro da divano, bisogna correre dalla mattina alla sera e magari elaborare le foto, consegnarle al cliente, tutto nel minor tempo possibile. Senza contare che già portare con sé l’attrezzatura è una bella palestra!
Il binomio Moda-Sport è uno dei tuoi cavalli di battaglia, è più difficile ritrarre atlete in movimento oppure in posa davanti all’obbiettivo?
Moda & Sport è un’idea di qualche anno fa. Lavorando spesso con l’universo dello sport femminile ho pensato di ritrarre queste splendide atlete sotto un profilo diverso, fashion, sotto le luci di una sala di posa invece che di un palazzetto. Da lì sono nate anche collaborazioni importanti come alcuni lavori con la squadra della allora Yamamay di Busto Arsizio (Volley) molto apprezzati dal pubblico e che mi regalarono una intera pagina sulla Gazzetta dello Sport. Le persone hanno il loro carattere: capita di lavorare con atlete introverse, o al contrario iper espansive, c’è chi si sente a suo agio anche in panni diversi e chi in quel momento vorrebbe quasi andar via. L’obiettivo è tirare fuori il meglio da tutte loro, indistintamente, e di far uscire fuori la loro bellezza a volte semi-nascosta dal duro lavoro di tutti i giorni. L’atleta in azione sta compiendo un gesto provato e riprovato e il fotografo deve immortalare questo gesto nel migliore dei modi. In Sport & Moda cerco di immortalare quello che sono, e non quel che fanno. E in questo caso non si parla solo di come sistemare una luce o un fondale, ma provare a creare un momento di condivisione, di divertimento, di passione in quel che stiamo facendo.