Baskin: quando con lo sport scende in campo l’integrazione

Fare sport di squadra significa prima di tutto impegnarsi per il bene del gruppo e non per emergere singolarmente. Non significa correre o segnare da soli, ma condividere con i propri compagni il percorso che conduce alla vittoria, da conquistare sul campo un punto dopo l’altro, un passo alla volta.
E uno sport come il Baskin – che fa scendere in campo, fianco a fianco, normodotati di entrambi i sessi e diversamente abili – insegna, più di altri sport di squadra, che non è importante chi segni effettivamente il canestro, ma lavorare duro affinché il proprio gruppo vinca. Anzi, se è il compagno disabile a concludere l’azione con un canestro, quel punto avrà un sapore ancora più buono, quello dell’integrazione nel nome dello sport. Perché sul campo di Baskin gli atleti sono davvero tutti uguali, al di là del sesso e delle capacità fisiche del singolo.
Una lezione di integrazione che abbiamo imparato grazie alla ASD Gosp Slam, l’associazione della provincia di Lucca che ha organizzato CapannorIn Baskin, uno dei 10 vincitori della seconda edizione di Mukki Sport. Ecco cosa ci ha raccontato di questo sport Gianluca Orsi, direttore tecnico dell’associazione.

Come nasce il Baskin e quanto è diffuso in Toscana e in Italia?
Il Baskin nasce a Cremona dall’idea di un professore di educazione fisica (prof. Fausto Capellini, Vicepresidente dell’Associazione Baskin) e di un ingegnere (ing. Antonio Bodini, Presidente dell’Associazione Baskin) per rispondere all’esigenza dell’ing. Bodini di permettere alla figlia disabile di giocare con i suoi compagni della scuola media Virgilio.
Il Prof. Capellini e l’ing. Bodini hanno così creato questo nuovo sport con lo scopo di permettere a tutti i ragazzi di giocare insieme, aggiungendo due aree laterali e 4 canestri in più rispetto al basket e inserendo delle regole aggiuntive. Le regole principali prevedono che il giocatore con più abilità non possa difendere sul giocatore con meno abilità e che nella squadra ci sia almeno una donna; quindi questo sport non esclude nessuno, parifica gli atleti in campo e tutti diventano fondamentali per il gioco stesso.
In Toscana il Baskin è arrivato nel novembre del 2013 e in poco più di 3 anni ci sono 7 società che lo praticano, una delle quali è arrivata seconda alla coppa Italia dello scorso anno e quest’anno c’è stato il primo torneo toscano. In Italia ci sono 10 regioni che praticano il Baskin per un totale di circa di 5.000 atleti distribuiti su circa 70 società.

Perché un atleta normodotato sceglie di praticare il Baskin?
Da studi fatti dall’università di Milano è emerso che per un atleta in attività è più allenante il Baskin rispetto al Basket; chi gioca a Baskin non sceglie quindi un’attività in cui c’è del pietismo, ma fa uno sport a 360° e insieme si diverte. Ci sono atleti che fanno entrambi gli sport ed ex giocatori e giocatrici che praticano il Baskin. Il divertimento è uno dei punti di forza di questo sport, confermato anche dai partecipanti al nostro evento: nella settimana successiva a CapannorIn Baskin devo dire che ho avuto degli ottimi riscontri.

Quanto ha influito il lavoro di squadra per vincere Mukki Sport?
Tantissimo; arrivare tra i 10 progetti è stata una vittoria di squadra globale. Siamo andati a pescare tutte le nostre amicizie, abbiamo contattato tutto il mondo, altre squadre ci hanno supportato con le loro amicizie; è stata una vittoria di tutti e non di una sola categoria. La targa di Mukki Sport l’abbiamo dedicata a tutti!

Info: gospslam@gmail.com
      facebook.com/GoSp-Slam-Warriors-Minibasket-e-Baskin-Capannori-1021401961279993/

Categoria: News