Portare lo sport dentro l'Università: una bella proposta per le facoltà fiorentine lunedì 8 ottobre 2018Arricchire l'offerta didattica universitaria fiorentina con lo sport. Perché una partita di calcio aiuta a socializzare molto più di una lezione in classe. Questa l'idea che sta dietro all'evento Olifi – Olimpiadi Universitarie fiorentine organizzato da Quei bravi ragazzi, l'associazione rientrata tra i 10 vincitori di Mukki Sport 2017/2018. Ne abbiamo parlato con Silvia Ciuffetelli, cofondatrice dell'associazione.
Questa è la terza edizione dell'evento, come sono nate queste Olimpiadi?
“Sono nate quattro anni fa da un'idea mia e dell'altro fondatore della nostra associazione, Luigi Di Maso, che all'epoca eravamo studenti universitari fuori sede. Volevamo proporre un'occasione per socializzare tra studenti al di là delle ore di lezione. Infatti siamo convinti che fa fare più amicizia una partita di calcio che una lezione in classe. Così abbiamo inventato le Olimpiadi tra studenti che contenessero tornei dilettantistici di molti sport rivisitati in chiave di intrattenimento: calcio a 5, basket, atletica, pallavolo, ping-pong. Abbiamo contattato i rappresentanti di lista delle varie facoltà fiorentine e molte hanno recepito bene la nostra proposta. Alcune ci hanno supportato solo a livello logistico: le facoltà umanistiche infatti non hanno partecipato ai tornei. Invece gli studenti più partecipativi sono stati i fuori sede delle facoltà scientifiche: architettura, ingegneria e medicina. Anche il Comune di Firenze, i primi due anni ci ha dato un gran supporto fornendoci gli spazi gratuiti dove disputare i tornei”.
Quanto è diffuso lo sport nel mondo universitario e che significato ha?
“Lo sport è un mezzo molto facile per stringere rapporti. Firenze è una città complicata per gli studenti fuori sede e vorremmo che lo sport li aiutasse a integrarsi. Ma sta andando al ribasso in ambiente universitario e, con il nostro evento, volevamo colmare questa lacuna. Nel nostro sistema di studio non è previsto lo sport, al contrario dell'America, dove è una parte irrinunciabile dell'Università. Nessuna facoltà ha spazi per praticarlo, esiste il Cus che ha strutture sportive per tutte le facoltà, ma ha due sedi a Castello e a Sesto fiorentino, difficili da raggiungere per chi vive in città e non ha mezzi propri. Se lo sport fosse incluso nell'offerta universitaria fiorentina, Firenze diventerebbe di grande appeal per le matricole che devono scegliere in quale città trasferirsi”. Qual è la stata la vostra carta vincente per risultare tra i vincitori di Mukki Sport? “Siamo la prima associazione affiliata Csen ad aver vinto il concorso Mukki Sport. Non ce l'aspettavamo, siamo arrivati quinti, ma abbiamo oscillato da noni a quindicesimi. L'abbiamo sudata fino alla fine! Grazie alle nostre competenze sui social abbiamo sfruttato Facebook ma in maniera intelligente, evitando lo spam. Abbiamo lavorato sul perché avevamo bisogno di questo contributo e creato dei messaggi personalizzati, attivando le reti umane, sfruttando l'algoritmo di Facebook che predilige proprio questo”.
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Maurizia Cacciatori: la toscana punta di diamante del volley azzurro martedì 27 giugno 2017Con 17 trofei vinti in carriera e il suo decisivo ruolo nel rilancio della nazionale femminile di volley sui palcoscenici internazionali, Maurizia Cacciatori è considerata il simbolo della pallavolo femminile e la “capitana” per eccellenza delle azzurre del volley. Classe 1973, ha fatto suoi i principi dello sport, trasferendoli nei suoi ruoli attuali di mamma e consulente aziendale, senza mai dimenticare il suo grande amore: la pallavolo.Sei nata in Toscana, la tua primissima squadra è stata quella di Carrara, tua città natale; da lì hai girato l'Italia e il mondo. Cosa hai portato sempre con te della tua regione?In ogni luogo dove sono stata ho sempre sottolineato il fatto di provenire da una regione molto amata e stimata in tutto il mondo; io vado molto orgogliosa di essere di Carrara e sopratutto toscana. Da ragazzina lo ignoravo, ma girando il mondo (dal Giappone al Sud America) ho scoperto questo grande apprezzamento. La Toscana è un “marchio di fabbrica” e, conoscendo come siamo noi, è una cosa che non mi stupisce.Dopo gli esordi, hai collezionato grandi successi, soprattutto con la maglia della Nazionale. Qual è stata la vittoria più bella della tua carriera? La qualificazione alle olimpiadi di Sidney 2000?Assolutamente sì: fino a quel momento la nazionale di pallavolo femminile era forte, ma non convinceva e non era mai riuscita ad approdare sotto i riflettori di un evento così importante, di portata internazionale. Essere arrivate tutte noi insieme a dei livelli così alti è stato un grande successo, ottenuto grazie al lavoro di tutta la squadra: la coesione è sempre fondamentale per raggiungere grandi risultati.Fuori dal campo da gioco, nel 2006, sei approdata sulla spiaggia dell'Isola dei Famosi. Quanto ti ha aiutato la disciplina sportiva nel superare una prova così dura.
È stata un'esperienza straordinaria, e anche in quel caso ho fatto squadra come sempre; le dinamiche della squadra sono sempre le stesse, viene molto fuori il senso di appartenenza e si crea coesione con le persone che hai a fianco. Per superare le tantissime difficoltà che si incontrano – sia alimentari sia relazionali – bisogna essere resiliente. Da questa esperienza ho imparato molto, la porto sempre con me e quando rivedo i colleghi che partono per le spedizioni sono mentalmente con loro.L'alimentazione è fondamentale per gli sportivi. Che regime seguivi quando facevi attività agonistica?
La dieta di uno sportivo è sempre molto equilibrata: non ci priviamo di nulla, ma assumiamo tutto con il giusto equilibrio; perché è vero che si abbonda molto in verdure e piatti salutari, ma non mi sono mai fatta mancare i peccati di gola. Tutto, ovviamente, nella giusta misura.Chi si occupa dell'educazione alimentare in casa Cacciatori-Orsini (il marito è Francesco Orsini, ex cestita ndr.)? Fate uso di latte?
Se ne occupa la Cacciatori! Sono una mamma molto attenta che cerca di variare i piatti dei suoi figli. Il mio allenatore, Julio Velasco, ci ha fatto apprezzare le cucine di tutti i paesi, anche quelle che ci potevano far storcere il naso. I miei figli conoscono anche cucine non italiane, li ho educati ad avere un palato versatile. Sono anche golosissimi di latte: la sera c'è sempre il terrore di non aver il latte in casa per la prima colazione dell'indomani, a base di latte con il miele o il cacao: la prima domanda prima di andare a letto è: “abbiamo il latte?”.Atleta e mamma di Carlos e Ines: qual è l'attività più difficile?
La cosa più difficile è riuscire a essere sempre presente, perché con i vari impegni non è facile: vorrei essere sempre lì a rispondere a tutte le loro domande, vorrei essere sempre al 100% della mia performance. La mia più grande vittoria è stata fare due bimbi perché inizialmente pensavo di farne uno solo, ma ora sono una mamma molto contenta e non pretenziosa o super protettiva, ma semplicemente attenta. La disciplina sportiva è stata fondamentale per rivestire questo ruolo così importante, ma tengo le due cose separate: i miei figli mi chiedono come si diventa campioni, ma il valore fondamentale che io cerco sempre di trasmettergli è il divertimento.Parlaci dei tuoi progetti futuri, anche oltre lo sport.
Io lavoro molto in ambito aziendale, portando i miei valori all'interno delle aziende, perché ognuna è una squadra e trasferisco le dinamiche che lo sport mi ha insegnato (stress, senso di appartenenza) attraverso attività di team building e speech con degli eventi o incontri specifici. Leggi tutto Archivio
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Ciclismo: Robert Marchand fa il record del mondo a 105 anni mercoledì 18 gennaio 2017La storia di Robert Marchand potrebbe essere tranquillamente la trama di un bel film. Robert ha 105 anni e il 4 gennaio di quest’anno ha realizzato un nuovo record mondiale nel ciclismo: ha percorso 22 chilometri in 60 minuti, nel velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines, vicino a Parigi.
Quando aveva 20 anni, i medici troncarono la sua carriera di ciclista professionista, mettendo in dubbio le sue doti fisiche. Robert non ha mai mollato e da qualche anno sta dimostrando che, con la perseveranza, gli obiettivi si raggiungono. Nel 2012, aveva stabilito il record orario nella categoria delle persone con più di 100 anni e nel 2014 aveva battuto lo stesso record, quando di anni ne aveva compiuti ben 102: in quell’occasione aveva percorso 25 chilometri. Il 4 gennaio ha gareggiato in una categoria creata appositamente per lui, quella degli over 105. "Avrei potuto fare meglio", ha affermato al termine della corsa. "Non ho visto il segnale degli ultimi dieci minuti altrimenti sarei andato un po' più veloce". Véronique Billat, trainer di Marchand è convinta che il Signor Robert possegga un cuore da ragazzino, capace di battere a 140 battiti per minuto, quando normalmente 115 è il massimo per uomo centenario. Dopo il record di gennaio, Marchand aspetta di avere uno sfidante. Leggi tutto Archivio